Ultimo aggiornamento 23/10/2023
Quando scade la farina?
Molti fattori influenzano la durata di conservazione della farina o il periodo di tempo prima che inizi a deteriorarsi.
La maggior parte delle farine di solito rimane fresca per 3-8 mesi a temperatura ambiente oltre la data di scadenza, che viene indicata sull’etichetta con la dicitura “da consumarsi preferibilmente entro”.
Tuttavia, la durata di conservazione specifica dipende dal tipo di farina, dai suoi ingredienti e da come si conserva.
Tipi di farina e durata
La farina è spesso classificata in base al livello di lavorazione, che influisce sulla sua durata. Anche l’ingrediente di origine incide.
Ad esempio, la farina bianca in genere rimane fresca più a lungo della farina integrale, per il modo in cui viene lavorata.
Infatti la farina bianca è molto raffinata, il che significa che il chicco viene privato della crusca e del germe, lasciando solo l’endosperma amidaceo. Al contrario, la farina integrale contiene tutte le parti del grano: crusca, germe ed endosperma.
La crusca e il germe sono ricchi di oli. Ciò rende i prodotti integrali più sensibili al deterioramento. Questo si verifica perché i grassi si alterano in seguito ad esposizione a luce, umidità ed ossigeno, formando un sapore e un odore rancido.
Anche le farine alternative senza glutine, come quella di mandorle o di cocco, sono spesso ricche di olio e pertanto possono essere più inclini all’irrancidimento rispetto alla farina bianca.
Inoltre, la farina senza glutine può essere più esposta alle muffe, a causa del suo alto contenuto di umidità.
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Come conservare la farina in sicurezza
La durata di conservazione della farina dipende anche da come si conserva.
La farina è considerata un alimento stabile. Ciò significa che la conservazione a temperatura ambiente è sicura.
Tuttavia, per preservarne la freschezza ed evitare che venga presa d’assalto da farfalline o insetti, la farina dovrebbe essere conservata in un contenitore a chiusura ermetica in un luogo fresco e asciutto.
La refrigerazione può aumentarne ulteriormente la durata. Infatti la farina in genere dura 6-8 mesi in dispensa, ma fino ad un anno se refrigerata.
Inoltre in alcuni casi come nei mesi più caldi ed umidi, una soluzione per prolungare la durata della farina può consistere nel congelare il prodotto in freezer. Ciò soprattutto per farine più delicate, come quelle ottenute dalla frutta (mandorle, nocciole o cocco) e dai legumi, che potrebbero durare fino a due anni se congelate.
Come conservare la farina in sicurezza nel frigo
Quando si mette la farina in frigorifero, bisogna assicurarsi di tenerla lontana dall’umidità e dall’acqua per evitare la formazione di muffe. È meglio farlo sigillandola in un contenitore ermetico, come un sacchetto di plastica dentro un barattolo o una scatola per alimenti con coperchio.
Inoltre occorre lasciare che la farina refrigerata o congelata raggiunga la temperatura ambiente prima di usarla. Questo eviterà la formazione di grumi.
Quando la farina non è buona?
La maggior parte delle farine confezionate hanno una data di scadenza stampata sul sacchetto, per indicare per quanto tempo rimarranno fresche.
Tuttavia, queste etichette indicano un termine minimo di conservazione. Pertanto, la farina potrebbe essere sicura da mangiare anche dopo la data riportata.
Il modo migliore per capire se la farina è ancora buona è quello di annusarla. Mentre la farina fresca ha un odore neutro, la farina cattiva ha un odore stantio, acido o di muffa. Inoltre potrebbe sembrare scolorita.
Ma, se la farina è entrata in contatto con l’acqua o l’umidità, potrebbero comparire grossi grumi di muffa. In questo caso, bisogna scartare subito l’intera busta.
Per prevenire lo spreco di cibo, si può ricorrere a modi creativi per usare la farina quando è vicina alla scadenza o l’ha superata. Infatti, oltre ad essere adatta per alimenti da forno come pane e torte, la farina è utile anche per creare prodotti non alimentari, tra cui la colla fatta in casa e la pasta di sale.
Rischi dell’utilizzo di farina scaduta
Quando la farina diventa rancida, la sua struttura molecolare cambia, il che potrebbe produrre composti nocivi.
Tuttavia, nessuno studio recente ha rivelato effetti dannosi dovuti al consumo di farina rancida. Sebbene i cibi cotti preparati con essa possano avere un sapore sgradevole, è improbabile che danneggino la salute, se consumati in piccole quantità.
Invece, la farina ammuffita può essere pericolosa, oltre che sgradevole.
Sebbene non tutte le muffe siano dannose, alcune possono produrre sostanze chimiche tossiche, note come micotossine. Questi composti possono scatenare sintomi come vomito e diarrea.
Le micotossine sono legate anche ad altre gravi malattie, tra cui cancro e malattie del fegato, a seconda della quantità ingerita e della durata dell’esposizione.
Pertanto, è sempre meglio buttare via la farina, se ha un cattivo odore o mostra segni di muffa.