Il limone è un superfood utilizzato tutto l’anno nelle bevande e in cucina per condire insalate, verdure in genere, macedonie di frutta, ma anche carne, pesce e legumi, come i ceci. Inoltre costituisce l’ingrediente ideale per dolci, torte e biscotti.
Limone: un superfood ricco di vitamina C
La ricchezza in vitamina C del limone lo rende un valido rimedio antiossidante, utile per la produzione di collagene. Si tratta di una proteina che mantiene tonici i tessuti, la pelle, i vasi sanguigni e linfatici, prevenendo così rigidità, rughe, fragilità capillare e ritenzione idrica.
In aggiunta, la vitamina C previene lo scorbuto, accelera la cicatrizzazione delle ferite, rinforza il sistema immunitario e aiuta ad assorbire il ferro, contrastando l’anemia che può derivare dalla sua carenza. Però questa vitamina si degrada facilmente con la luce e il calore. Pertanto si consiglia di usare il limone prima del consumo dei cibi.
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Il limone è un superfood, ma qual è il suo segreto?
I limoni sono frutti pregiati e nutraceutici naturali, perché sono ricchi di preziose molecole con effetto antiossidante, antinfiammatorio e antitumorale. Ma per sfruttarle occorre mangiarli senza scartare nulla. Ciò perché ogni parte di questi agrumi contiene particolari sostanze benefiche, che sono davvero straordinarie, grazie anche all’azione combinata che esercitano.
Limonene e polifenoli: il limone è un superfood da sfruttare intero
Nella buccia c’è il limonene, che è una molecola antinfiammatoria e antitumorale. In aggiunta nell’albedo (ossia la parte bianca presente tra polpa e scorza) si concentrano i polifenoli, come la catechina e l’esperidina. Invece nella polpa si trovano la vitamina C e i minerali, come il potassio.
Il limone è un superfood, ma facciamo una buona scelta?
Tuttavia, anche se il limone è un superfood, spesso si presta poca attenzione durante la scelta e si dà poca importanza al suo valore. Eppure un buon limone equivale ad una porzione di frutta, persino con pochi zuccheri, e può fare la differenza nelle pietanze in cui viene usato. Inoltre, col suo sapore e il suo profumo, è un’ottima soluzione per ridurre l’uso del sale in cucina e quello degli zuccheri in pasticceria e nelle marmellate.
Guida alla scelta di limoni di qualità
Il limone è un superfood, ma per sfruttarne le proprietà bisogna sceglierlo con attenzione. Ecco cosa sapere per fare un buon acquisto e come individuare il limone migliore.
Rispettare la stagionalità
Per avere maggiori garanzie di acquistare un prodotto fresco e più ricco di preziose sostanze, bisogna rispettare la stagionalità.
Prestare attenzione alla consistenza e alla buccia
La consistenza e la buccia sono indicatori piuttosto attendibili della qualità. Un buon limone fresco è sodo e pesante e ha la buccia non secca, di colore uniforme e senza macchie.
Quando bisogna impiegarli per spremute e limonate, è meglio preferire i limoni dalla buccia sottile e liscia, perché sono più succosi. Se invece usiamo i limoni come ingrediente in cucina o pasticceria, sono più indicati quelli dalla buccia spessa e rugosa, che hanno meno polpa e meno succo, ma più scorza e albedo.
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Conservare il prodotto in modo corretto
Una volta acquistati i limoni vanno conservati in frigorifero per durare fino a sei settimane, altrimenti a temperatura ambiente non superano le due settimane.
Controllare il peso del frutto
Un limone più pesante è utile soprattutto in caso di acquisto destinato alla realizzazione di spremute. Infatti un maggiore peso è associato a limoni più succosi e ricchi di polpa.
Stimare il profumo
Si tratta di un aspetto determinante per la scelta di un limone di buona qualità. L’olfatto ha un peso importante nella valutazione prima dell’acquisto. Se conservati a temperatura ambiente questi frutti dovranno presentare un odore dolce. In caso contrario c’è il rischio che la conservazione in magazzino, un trasporto troppo lungo, un’eventuale raccolta anticipata o un processo di maturazione e deverdizzazione in celle con gas etilene, ne abbiano compromesso la qualità e le proprietà naturali.
Informarsi sulla provenienza
Bisogna tenere conto dell’origine per fare un acquisto di qualità. L’Italia è tra i Paesi in cui vengono coltivati e prodotti ottimi limoni. Quindi sceglierli di origine italiana è un valore aggiunto da non sottovalutare. Questa scelta è importante anche per ridurre la CO₂ prodotta durante il trasporto dai campi alle nostre tavole. Se vogliamo conoscere da dove arrivano i limoni che troviamo nei punti vendita della grande distribuzione, dobbiamo leggere con attenzione l’etichetta o il cartello esposto sui limoni venduti sfusi, in cui è obbligatorio indicare il paese in cui sono stati raccolti.
Leggere le etichette o i cartelli esposti
La lettura delle informazioni esposte è fondamentale per acquistare limoni non trattati, di cui impiegare la buccia nelle ricette. Dopo il raccolto, per evitare che si degradino, renderli più presentabili e difenderli dalle muffe, i limoni possono essere trattati con sostanze chimiche. Si tratta di fungicidi o cere, che restano in parte sulle bucce, rendendole non consumabili.
Per questa ragione l’Unione Europea ha obbligato a indicare sulle etichette o nei cartelli esposti sulle cassette dei limoni sfusi se, dopo la raccolta, sono stati trattati con agenti conservanti o con altre sostanze chimiche.
Infatti gli agrumi devono riportare in etichetta la dicitura “Trattato con E…” (ad esempio E901 o cera d’api, E903 o cera carnauba, oppure E904 o gommalacca) e “Buccia non edibile”.
In diversi casi sull’etichetta compare la dicitura “Buccia edibile” e il consiglio è di usare solo questi limoni per dolci e altre preparazioni culinarie. Quando non ci sono indicazioni è meglio non utilizzare in cucina la loro buccia.
Un’altra possibilità, per usare in cucina un prodotto sicuro, è quella di acquistare limoni biologici, che non sono stati trattati con agenti di rivestimento naturali e nemmeno con fungicidi o antiparassitari.
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Specializzata in Qualità e Sicurezza Alimentare, PhD, fondatrice di Cibo Sicuro Nel Piatto e autrice di articoli.