Ultimo aggiornamento 23/10/2023
Tra i prodotti del settore ortofrutticolo, un notevole successo è stato raggiunto dagli alimenti di quarta gamma come l’insalata in busta.
Si tratta di un insieme di diverse varietà quali lattuga, scarola, soncino e gentile, a cui possono essere aggiunti altri ortaggi come carote, rucola e radicchio. Questa è una verdura mondata, tagliata, lavata, imbustata e pronta all’uso.
Però in tal caso il prezzo è maggiore perché si paga un servizio, che altrimenti dovremmo fare noi a casa, impiegando del tempo.
È probabile che l’insalata in busta sia molto utile, per mangiare in modo sano, senza doversi dedicare alla pulizia e alla preparazione.
Ma è un cibo sicuro? E come scegliere bene l’insalata in busta senza correre rischi di tossinfezioni?
Buone prassi per l’insalata in busta e tossinfezioni
Per avere un’insalata già pronta da condire di buona qualità è importante rispettare la catena del freddo, dalla raccolta fino a quando l’ortaggio approda nell’insalatiera.
La temperatura deve rimanere costantemente bassa e inferiore a 8°C, anche durante le fasi della lavorazione, che dovrebbe avvenire in sale climatizzate e utilizzando acqua ghiacciata. Ciò per conservare al meglio le singole verdure, bloccando la riproduzione di batteri.
Terminato il ciclo di pulitura, asciugatura e confezionamento, i prodotti devono essere conservati in celle frigorifere e poi trasportati in camion frigo, fino ai banconi refrigerati dei punti vendita.
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L’insalata in confezione
Il confezionamento è importante per impedire all’ossigeno di penetrare nella busta o nella vaschetta. Così si evita la fuoriuscita dell’anidride carbonica prodotta dalle foglie, che restano “vive” nonostante il taglio e continuano a respirare.
In tal modo, con il passare delle ore, all’interno della confezione si crea una situazione simile a quella dei prodotti conservati in atmosfera modificata, che rallenta l’avvizzimento delle foglie e lo sviluppo di eventuali muffe.
Tutto ciò vale fino a quando la confezione resta al freddo e correttamente sigillata.
Aperta la busta o la vaschetta, le foglie si degradano velocemente anche perché dal taglio fuoriescono succhi che costituiscono un terreno favorevole alla moltiplicazione batterica, tra cui quella di Salmonella, Listeria e Escherichia coli.
È bene tenere presente anche un altro fattore. Le verdure iniziano a perdere sostanze nutritive, in particolare le vitamine, subito dopo essere state raccolte dai campi. Inoltre questo processo naturale procede più velocemente in seguito al taglio delle foglie.
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Come consumare un’insalata in busta sicura e non correre rischi di tossinfezioni?
Al supermercato
Acquistare solo confezioni di insalata conservata nei banconi refrigerati.
Controllare sempre la scadenza. Come per tutti i prodotti freschi, vale la regola generale di scegliere la confezione con la data di scadenza più lontana.
Inoltre bisogna tenere in considerazione che è sempre meglio utilizzarne il contenuto almeno due o tre giorni prima che scada.
Osservare con attenzione il sacchetto o la vaschetta e scartare quelli che hanno condensa all’interno.
Verificare lo stato dell’insalata. La presenza di foglie annerite ai bordi o nel punto del taglio indica che il prodotto si sta già alterando.
Scartare anche le confezioni con molte foglie attaccate al cellophane e dare la preferenza a quelle dove i pezzi hanno dimensioni regolari.
Leggere attentamente le etichette per capire se si tratta di un prodotto di quarta gamma, poiché in caso contrario si tratta di un prodotto che prima del consumo deve essere lavato d’obbligo.
È il caso, per esempio, delle insalate confezionate contenenti rucola o germogli di fieno greco, una tipologia ormai molto diffusa. Infatti, la superficie rugosa della rucola facilita il deposito e la conseguente proliferazione batterica.
Perciò è bene lavarla accuratamente, strofinando con forza le foglie, ripetendo l’operazione più volte. Invece i germogli di fieno greco andrebbero addirittura cotti, in quanto facilmente contaminabili da Escherichia coli.
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A casa
Non interrompere la catena del freddo. Dopo l’acquisto, mettere il sacchetto in frigo il prima possibile.
Per sfruttare l’insalata in busta come pranzo in ufficio e non correre rischi di tossinfezioni, comprarla la mattina stessa o fare in modo di trasportarla da casa in una borsa termica.
Una volta aperta la confezione, consumare l’insalata in giornata o al massimo nel giro di 24 ore.
Sciacquare le insalate già tagliate, anche se non è espressamente indicato sulla confezione. Ciò soprattutto quando il prodotto è destinato a fasce di consumatori a rischio come bambini, anziani, donne in gravidanza e immunodepressi. Questa operazione va effettuata a titolo precauzionale.
Infatti la temperatura durante il processo di preparazione, il trasporto e la conservazione nel supermercato può non risultare sempre costantemente al di sotto degli 8°C. Per tale ragione potrebbero sopravvivere alcuni microrganismi, trovando le condizioni giuste per proliferare.
Inoltre durante il lavaggio è possibile anche individuare ed eliminare le foglie che iniziano a marcire.
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