Secondo l’EFSA il mais e altri ortaggi surgelati (verdure, spinaci e fagiolini) sono la probabile fonte del focolaio infettivo di Listeria monocytogenes, che dal 2015 ad oggi ha interessato Austria, Danimarca, Finlandia, Svezia e Regno Unito, e che sembra essere causato da un impianto di trasformazione presente in Ungheria.

Finora i casi individuati e riconducibili alla stessa fonte sono stati 47, di cui 9 mortali.

Listeria monocytogenes negli ortaggi surgelati: ricerche

Ulteriori analisi, basate sul sequenziamento del DNA del ceppo microbico, hanno indicato la presenza di una contaminazione ambientale persistente di Listeria monocytogenes all’interno dell’impianto di trasformazione ungherese. Ciò nonostante le procedure di pulizia e disinfezione standard fossero condotte regolarmente.

Le indagini sono ancora in corso per identificare anche i punti esatti di contaminazione della catena di produzione all’interno dello stabilimento di ortaggi surgelati.

In attesa della conclusione delle indagini di laboratorio, l’Ufficio ungherese per la sicurezza della catena alimentare ha sospeso tutte le attività nello stabilimento coinvolto dal focolaio. In aggiunta ha bloccato la commercializzazione di tutta la verdura surgelata prodotta tra l’agosto 2016 e il giugno 2018.

Inoltre tutti i prodotti sono stati immediatamente richiamati e ritirati dai supermercati.

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Listeria monocytogenes negli ortaggi surgelati: epidemia in corso

Secondo le autorità sanitarie, non si esclude la possibilità che possano verificarsi nuovi casi di listeriosi riconducibili a questo focolaio.

Il lungo periodo di incubazione della Listeria monocytogenes (fino a 70 giorni), la lunga durata di conservazione degli ortaggi surgelati e il possibile consumo di mais e altre verdure scongelate senza cottura prima del richiamo sono fattori che possono contribuire all’insorgenza di altre infezioni.

Prevenzione

Per ridurre il rischio d’infezione, è sempre consigliabile cuocere accuratamente le verdure surgelate non pronte da mangiare. Questo anche quando vengono normalmente consumate senza cottura, in insalata e frullati. Basta una cottura di 75°C al cuore del prodotto per almeno 3 minuti.

Tali consigli valgono soprattutto per le persone più sensibili alla listeriosi. Si tratta di anziani, donne in gravidanza, neonati e adulti con basse difese immunitarie. Perché potrebbero contrarre la forma più grave dell’infezione con meningiti e complicanze letali.

Il batterio che causa la listeriosi è molto diffuso nell’ambiente. Si trova comunemente nel suolo, nell’acqua, nella vegetazione e nelle feci di numerose specie animali, senza che questi mostrino sintomi apparenti.

Può contaminare qualunque livello della catena di produzione e consumo degli alimenti.

Può crescere e riprodursi a temperature variabili da 0°C a 45°C. Inoltre tende a persistere nell’ambiente e quindi a essere presente anche in alimenti trasformati, conservati e refrigerati.

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Alimenti associati alla listeriosi

  • Pesce, carne e verdure crude.
  • Latte non pastorizzato e latticini come formaggi molli e burro.
  • Cibi pronti (trasformati e preparati) inclusi wurstel, carni fredde tipiche delle gastronomie, insalate preconfezionate, panini e pesce affumicato.

Più raramente le infezioni possono verificarsi attraverso il contatto diretto con gli animali, le persone o l’ambiente contaminato.

Il batterio Listeria può essere presente in diversi alimenti pronti. Ma a differenza di molti altri batteri di origine alimentare tollera gli ambienti salati e le basse temperature (tra +2 °C e 4 °C).

La manipolazione sicura degli alimenti riveste una grande importanza ai fini della prevenzione. Ciò soprattutto se si considera la resistenza di questo batterio, insieme con gli elevati tassi di mortalità nell’uomo.

Pertanto per prevenire la listeriosi, è fondamentale seguire buone pratiche di fabbricazione, prassi igieniche e un efficace controllo della temperatura lungo tutta la catena di produzione, distribuzione e conservazione degli alimenti, anche in ambiente domestico.

Consigli per i consumatori a casa

  • Pulire e sanificare il frigorifero in modo regolare con acqua calda, bicarbonato, aceto o prodotti specifici, al fine di evitare le contaminazioni crociate.
  • Tenere bassa la temperatura del frigo per limitare la potenziale crescita di batteri, come Listeria, qualora fossero presenti negli alimenti pronti. L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), consiglia di refrigerare gli alimenti a una temperatura inferiore a 5 °C.

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